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al testo di Marisa Madonini
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Mi colpisce questo pensiero di Calasso su Baudelaire, poète maudit, di vette e sottosuoli tanto studiato per amore sconfinato di maestri. Scrive Calasso in La Folie Baudelaire : 'Baudelaire non si appassionava ad inventare dal nulla. Sempre aveva bisogno di elaborare un materiale preesistente, un qualche fantasma intravisto in una galleria o in un libro o per la strada, come se la scrittura fosse innanzitutto un'opera di trasposizione da un registro all'altro delle forme. Così sono nate alcune delle sue frasi perfette, che si lasciano contemplare a lungo e lasciano dimenticare presto che potevano anche essere la descrizione di un acquerello.' Del resto cosa fa W.H. Auden in Musée des Beaux Arts, piccolo esempio, peraltro sommo capolavoro? Egli non inventa nulla: parte da Bruegel per dipanare considerazioni già classicissime e poi leopardiane ed esistenziali includendo il muto urlo del mito e quello della modernità. |
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